AUTISMO, UNA SCOPERTA CHE ALLARGA IL CUORE

Il 2 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day).

Di cosa sia l’ autismo in realtà non ho mai saputo molto, fino a quando poco tempo fa non ho iniziato a documentarmi (se vuoi approfondire l’argomento consulta https://www.autismo.it/).

 

Quando Sergio era alle medie in classe con lui c’era una ragazza con una forte caratterizzazione autistica.

Ai bambini è stato spiegato come era necessario che si comportassero in presenza della compagna e anche di cosa non dovevano stupirsi o spaventarsi.

 

Sergio ha imparato, e noi di riflesso, che la turbavano i rumori forti, la confusione, che non amava essere toccata e che quando era agitata poteva mettersi a urlare.

 

Ho pensato fossero informazioni non semplici da comprendere per dei bambini di 10 anni, soprattutto in un’età così difficile come quella della preadolescenza.

 

E invece, come spesso capita, i bambini ci hanno insegnato a guardare la situazione da una nuova prospettiva.

 

Non solo hanno accolto e incluso la compagna come una di loro, ma sono diventati i suoi paladini: ogni volta che era presente in classe si facevano in quattro per intrattenerla, farla ridere, farla sentire parte della classe, il tutto con le modalità di cui aveva bisogno.

Per poter davvero includere non è sufficiente il potere dell’ empatia, è necessario conoscere.

 

Negli ultimi mesi mi sono dedicata a leggere, informarmi per riuscire a comprendere meglio l’autismo e le sue sfaccettature e riuscire a portare il nostro contributo all’inclusione di chi ha queste caratteristiche.

 

Sì, perché l’autismo non è una patologia, ma una semplicemente una neurodiversità, ovvero un modo diverso (e fantastico) in cui lavora il cervello.

 

Una persona autistica non è malata, quindi non può e non deve essere curata, ma semplicemente accettata e valorizzata per le immense potenzialità che ha.

 

Tra i molteplici talenti e punti di forza unici di chi ha il dono di questa neurodiversità ci sono: sensibilità visiva straordinaria, udito acuto, potente sistema di memoria, conoscenza enciclopedica, superiore capacità di problem solving, focus, pensiero laterale, forte etica e molti altri … (se vuoi approfondire i talenti dell’autismo puoi consultare: https://aspergeronline.org/super-poteri-autismo/#)

 

Moltissimi dei grandi talenti e geni della storia, infatti, avevano (e hanno) caratteristiche dello spettro autistico che hanno contribuito a renderle le persone uniche ed eccezionali che conosciamo.

Iniziare a conoscere la neurodiversità dell’autismo mi ha aperto il cuore e nello stesso tempo me lo ha stretto.

 

Mi ha aperto il cuore scoprire che quella che avevo superficialmente inserito nella categoria delle disabilità invece è una neurodiversità, un modo diverso e altamente potente di ragionare, sentire e vivere nel mondo.

 

Questa scoperta mi ha fatto cambiare completamente prospettiva, esattamente come mi aveva fatto fare Sergio accogliendo la sua compagna di classe ed enfatizzando i suoi talenti.

 

Mi ha anche stretto il cuore, perché so quanto possa essere difficile far fare questo cambio di paradigma alle persone.

Da 10 anni cerco di far comprendere alle persone cosa sia la dislessia e, cosa ancora più difficile, farla vedere per quello che in realtà è: una caratteristica, proprio come il colore degli occhi, l’altezza o la propensione per una materia.

 

Nonostante negli ultimi anni si senta parlare sempre più frequentemente di DSA e ci sia una legge a tutela, mi trovo a dover combattere quasi quotidianamente per i diritti dei miei figli.

 

Non solo le persone comuni faticano a vedere la dislessia come una caratteristica, ma i rappresentanti delle istituzioni, soprattutto scolastiche, si rifiutano di cambiare prospettiva e di iniziare a vederla come un modo diverso e molto più creativo di ragionare.

 

Questo atteggiamento miope ed ottuso non solo danneggia chi è dislessico, ma sfinisce la famiglia che gli è accanto che, oltre a dover trovare i modi migliori per supportare l’apprendimento dei figli, deve  combattere quotidianamente perché vengono rispettati i loro diritti e vengano inclusi nel difficile mondo dei loro coetanei.

 

I bambini e i ragazzi dislessici, infatti, spesso si ritrovano ad essere emarginati, isolati, a volte bullizzati, sicuramente erroneamente catalogati come patologici o poco intelligenti.

 

I dislessici sono, al contrario, molto intelligenti.

 

La loro intelligenza viene approfonditamente testata proprio in fase di valutazione della dislessia: se non si ha un Q.I. normale o superiore alla media, infatti, non si può essere certificati dislessici.

Proprio come i dislessici, gli autistici possiedono un modo unico e fantastico di ragionare.

 

Grazie alla loro neurodiversità riescono a fare collegamenti impossibili alle persone normocerebrali, riescono a vedere strade e soluzioni invisibili ai più e hanno la possibilità di dare al mondo cose che senza di loro non potremmo neanche sognare.

 

Che mondo vivremmo oggi senza le invenzioni geniali di Leonardo, Tesla, Edison, le scoperte di Newton, Darwin, Jung, la musica di Beethoven, Mozart, Bob Dylan, l’arte di Van Gogh, Hopkins, Dickinson?

 

Un mondo molto più grigio e triste.

 

Allora ringrazio di aver scoperto la meraviglia della neurodiversità dell’autismo e di quello che ci regala ogni giorno, contribuendo a rendere il mondo un posto migliore.

 

Da oggi il mio cuore è ancora più grande!

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