Gli obiettivi senza un piano d’azione sono aria fritta.
Bisogna fare. Agire. Ed occorre farlo bene.
Oggi non vale più il “più semini, più raccogli”.
Oggi vale il “più semini in modo intelligente, più raccogli”. Occorre agire.
Con quel rigore che ad esempio è tipico degli atleti che lavorano giorno per giorno, mattoncino dopo mattoncino per raccogliere il risultato.
Costruire un buon piano di azione è semplice. Basta seguire questi step.
1. Metti a fuoco l’obiettivo.
Sulla base della data di scadenza definisci step e visualizza dentro di te il momento in cui lo avrai raggiunto. Sei già arrivato al traguardo.
Immagina in modo vivido e dettagliato come sarà quel momento.
Se lo immagini è come se lo avessi già fatto una volta: ripeterlo sarà più facile.
2. Scrivi quali sono i punti di forza che ti serviranno.
Saranno la base della tua strategia. È la tua cassetta degli attrezzi.
Capacità ed emozioni. Chiediti anche come puoi integrarle ed accrescerle se ti può servire.
3 . Individua alleati ed antagonisti.
Scrivi una lista delle due categorie di persone.
Chi ti può essere d’aiuto? Chi potrebbe, anche inconsapevolmente, ostacolarti?
Tieni conto che una stessa persona, per aspetti diversi, potrebbe essere in entrambe le liste.
4. Metti a fuoco il valore del tuo obiettivo.
Ci potranno essere momenti sfidanti.
Occorre evitare che un obiettivo ti faccia dire: “Chi me lo ha fatto fare??”. Per questo devi chiederti: ”Perché questa cosa è importante per me?” “Come mi farà sentire?”
Le risposte saranno l’anima della tua motivazione, anche quando ci saranno delle difficoltà.
Il tuo obiettivo deve darti energia e se è meramente utilitaristico potrebbe non bastare. Ci vuole qualcosa che per te sia un valore interiore.
Nel 2003 Milan e Juventus si incontrarono per la finale di Champions League.
Nei giorni precedenti all’incontro le squadre si prepararono anche per gli eventuali calci di rigore (che in effetti poi furono determinanti).
Carlo Ancelotti, allenatore del Milan, in queste circostanze preferisce che i suoi migliori rigoristi tirino per primi.
Il suo rigorista di punta, l’ucraino Andriy Shevchenko, insistette per calciare l’ultimo rigore. Ci fu uno scambio tra i due, perché Ancelotti era contrario.
Sheva spiegò che lui sognava da bambino di segnare il gol decisivo nella finale di Champions League, per poter portare la coppa nella sua Ucraina. A quel punto Ancelotti, da persona ed allenatore straordinario qual è, capì.
E Shevchenko segnò il rigore decisivo.
5. Definisci azioni concrete.
In che ordine vanno eseguite? Con quali step temporali?
Più sei specifico meglio è così avrai un programma cui attenerti. Suddividi gli ambiti in cui dovrai lavorare.
Con una strategia chiara sarà più facile tenere la rotta. Ti semplificherai la vita perché non dovrai più pensare a tanti aspetti mentre sei nella fase di esecuzione.
Ed inoltre analizzando queste fasi avrai visione sulla fattibilità.
Ora fermati e chiediti: “Oggi a che punto sono?”. Se ti manca qualcosa questo è il momento di rivedere il piano.
A questo punto il segreto è divertirsi. Come puoi portare leggerezza nel tuo cammino? Come puoi raggiungere l’obiettivo divertendoti? Qui la cosa è molto soggettiva.
L’importante è trovare equilibrio tra rigore e flessibilità per goderti il viaggio. Riducendo la tensione.
Ricorda di avere il tempo per il giusto riposo.
Inserisci dei giorni in cui stacchi completamente.
Il riposo ti ricarica e ti permette di ripartire ancora più forte.