Quando davvero desideri qualcosa l’unico modo per ottenerlo è darci dentro.
Non è che un grande allenatore, un grande mentore, un grande mental coach, uno staff di supporto eccellente possa fare le cose al posto tuo!
Sono un supporto, ma il lavoro lo fai tu!
Poco tempo fa si è ritirato uno dei più forti difensori degli ultimi anni: Giorgio Chiellini.
Chiellini è stato allenato da Fabio Capello, Antonio Conte e Massimiliano Allegri (tre allenatori vincenti). Da anni lavora con un noto mental coach. Ha sempre avuto a sua disposizione staff medici di prim’ordine.
Beh … la testa che finiva avvolta in un turbante insanguinato era la sua, non la loro.
Per arrivare dove vuoi devi essere disposto a non fermarti. Un Chiellini non riesce a visualizzarsi mentre si arrende.
Chiellini rappresenta perfettamente lo stereotipo dell’indomito guerriero.
Per te, chi è un indomito guerriero? Pensaci.
Ci sono tanti personaggi della storia o supereroi. O persone qualunque.
Se ci penso in mezzo secondo il nome che mi viene è … lo Zio Ballin!
Whoooo???
Lo Zio per noi della Crocetta basket era la stella polare. Era un salesiano che ha creato un pezzo di storia del basket italiano.
Perché era inarrestabile?
Perché era stato mandato due anni a Roma (in esilio diceva lui). Lì non c’era il basket ed allora si occupava di calcio.
Ma non c’erano docce e spogliatoi. Ed ogni domenica c’erano svariate partite presso il suo oratorio. Nessuno poteva lavarsi. Ma i “superiori” non aprivano il portafogli per accogliere la sua richiesta di avere uno spazio dove far lavare i ragazzini.
Fino ad un giorno in cui il campo era una melma. I suoi ragazzi finirono la partita ricoperti di fango.
Allora ordinò loro di spogliarsi appena fuori dal campo e li lavò con la pompa.
I sacerdoti che assistettero alla scena, scandalizzati, riferirono la cosa ai superiori. E pochi giorni dopo comunicarono allo Zio che sarebbero iniziati i lavori per costruire le docce.
Oppure perché durante la guerra era in una casa salesiana a Foglizzo, vicino a Torino. Gli orfani ospiti della casa non si riusciva a sfamarli.
Così, insieme ad un compare, una notte si intrufolò in una vicina cascina, munse le vacche e rubò il latte per i suoi ragazzi.
Che caratteristiche ha quindi una persona inarrestabile?
1. Ha una assoluta fiducia in sé stesso.
Nel caso dello Zio era anche una totale fede.
Sempre, anche quando si trova nella m… Anzi soprattutto quando era nella m…
Solo se hai un’irriducibile fiducia in te stesso a 34 anni ti puoi rompere un menisco durante un campionato del mondo, farti operare dopo nemmeno 24 ore e dopo 25 giorni disputare la finale.
Questo fece il capitano del Milan e della Nazionale, Franco Baresi nel 1994.
2. È resiliente. Non molla mai.
Per allenare la resilienza devi “fare pesi”.
Qui bisogna essere onesti nel dire che se ti fila sempre tutto bene, potrebbe essere difficile per te affrontare le difficoltà.
Se sei un comandante con un ruolino immacolato, se non ti sei mai trovato in un mare di guai, nel vero senso della parola, potresti non essere la persona più adatta se la tua nave incoccia un iceberg.
Quindi devo cercarmi guai? Non dico questo.
Ma quando capitano, buttatici contro e lotta. Passaci sopra, non di fianco.
3. Pensa alle soluzioni.
Pensa a ciò che è possibile fare, non alle strade precluse.
E se pensi alla soluzione accedi alle tue risorse. Se pensi al problema stai solo lì a crogiolarti nello sconforto.
Come Nole Djokovic.
Sa dove vuole arrivare ed è capace di andare in battaglia.
È determinato. Ha un’idea fissa in testa.
Quali sono le convinzioni di un indomito guerriero?
Si pensava che non si potesse correre il miglio in meno di 4 minuti.
Poi il 6 Maggio del 1954 Roger Bannister fece l’impossibile.
E la cosa sorprendente è che quel muro era talmente invalicabile che 46 giorni dopo, un altro corridore battè il record di Bannister.
Se pensi che in un modo o nell’altro si riesca, ti spingerai a sfruttare le tue risorse.
2. Dipende da me.
Non possiamo tenere tutto sotto controllo.
Ci possono succedere cose che non dipendono da noi. Ma da noi dipende la risposta che diamo agli eventi.
“So it’s not how much you have, it’s what you do with what you have.” — Denzel Washington
3. Ho il potenziale per farcela.
Quello che non so lo posso imparare. Se ci sono riusciti altri, ci posso riuscire anche io.
Ci sono state sicuramente situazioni in cui ti sei stato un indomito guerriero.
Ripensa a come ti sei sentito. Ripensa a cosa ti sei detto.
Come lo hai fatto una volta, stai certo che puoi ripeterlo.