È facile per tutti mostrare compassione per chi è in una situazione di evidente difficoltà.
Chi è davvero compassionevole si offrirà di risolvere situazioni problematiche se in loro potere e sarà in grado di riconoscere le difficoltà altrui senza che questa venga manifestata in modo palese.
Chi dà compassione abbassa i suoi livelli di stress.
Allo stesso tempo chi la riceve ritrova energia e forza per rimettersi in carreggiata.
“Sii gentile. Tutti quelli che incontri stanno già combattendo una dura battaglia di cui non sai nulla” — Platone
Mi fa sempre piacere ricevere i riscontri delle persone iscritte alla mia newsletter settimanale.
Non ne ho mai ricevuti tanti come dopo il racconto della nostra disavventura di qualche settimana fa (se vuoi conoscerla puoi leggere l’articolo Agire vs reagire del 15 dicembre 2023).
Ringrazio tutti per la loro compassione. Che non è pietà. Nè è volersi far carico emotivo delle questioni altrui.
Bensì è dire:” Capisco la tua difficoltà.” E se possibile faccio qualcosa.
C’è poi un ulteriore livello di compassione. Nei confronti di chi causa dolore altrui.
In chi, ad esempio, ha creato un disagio a mia figlia Diana. Mentre io donavo un giochino al suo di figlio (la storia è lunga …).
C’è da provare compassione per chi non comprende che togliere ad una persona crea dolore. E quel dolore resta dentro a chi lo provoca.
E prima o poi verrà fuori.
Occorre imparare a mettersi nei panni altrui; empatizzare con le difficoltà degli altri è il primo passo verso la compassione.
Ti propongo un esercizio per “trovare le somiglianze”.
Allenarsi a trovare le somiglianze è molto utile per imparare ad empatizzare.
Prendi un foglio e dividilo a metà.
Da una parte scrivi un elenco di persone che non ti piacciono (reali o di fantasia, che conosci oppure no) poi scrivi cosa potresti avere in comune con loro.
Quando comprenderai che tutti hanno cose in comune con te, ti ritroverai automaticamente più compassionevole.