La scrittura è da tempo considerata uno strumento molto utile non solo per tenere traccia ma anche per connettersi al proprio io, per analizzare i propri pensieri ed approfondirli.
Questo è uno dei motivi per cui spesso suggerisco di scrivere. E soprattutto di farlo su carta, non al computer.
In più ti suggerisco una cosa. Scrivi prendendoti il tempo necessario. Scrivi lentamente curando la grafia, cioè scrivi “bene”.
Cito spesso Brunello Cucinelli. È conosciuto ai più per essere un emblema dell’imprenditoria italiana ma a me interessa per il suo voler ispirare il pensiero.
Una cosa che racconta spesso è come il suo babbo gli facesse condurre il bue che tracciava i solchi nella terra con l’aratro. E si raccomandava che i solchi fossero dritti.
In una cultura contadina e relativamente povera viene da pensare che la cosa fosse dovuta ad un aspetto pratico.
Si sarebbe portati a pensare che solchi dritti per qualche motivo che il contadino, con la sua conoscenza, sa essere preferibile porti migliori risultati. Invece il motivo era semplicemente che i solchi dritti … sono più belli.
E quindi? Quindi niente. Non c’è un perché. Ma una cosa bella è meglio di una cosa brutta.
Di primo acchito scegli di mangiare un piatto bello o uno brutto?
In una cultura come la nostra che è sempre più focalizzata sul risultato, spostare il focus anche sul bello diventa fondamentale per cercare una sorta di equilibrio tra il pratico e l’estetico. La bellezza migliora lo spirito. Vedere una cosa bella, spinge a fare qualcosa per conservarla tale.
Tornando a noi, quindi, scrivi bene. In modo ordinato. Un po’ come se scandissi le parole che pronunci così crea una sequenza di lettere belle.
Questo a meno che non ti venga un flusso di pensieri che ha un corso che non si arresta. Allora segui il flusso. Magari potresti scriverlo su un foglio di brutta. E poi ricopiarlo. E mentre lo ricopi ci potrai anche riflettere. Pensare. Capire. Approfondire.
Scrivere è importante anche perché i pensieri svaniscono. Pensiamo a delle cose. Ci diciamo “Ah, questo devo ricordarlo. Appena posso me lo scrivo”. Poi, sistematicamente perdiamo quella cosa.
C’è poi un motivo pratico per scrivere. Ed è il motivo originario. Tenere traccia.
E questo è fondamentale per essere realisti e comprendere il perché di determinati risultati.
Ricordo la prima volta che conobbi quella che chiamo “percezione illusoria dei numeri”.
Condividevo con mio Papà la passione per le bocce. E spesso i bocciatori sono un po’ come i pescatori. Parlano delle loro prestazioni snocciolando numeri da capogiro.
La matematica mi è sempre piaciuta e le cose non mi tornavano. Così in alcune situazioni avevo fatto qualche conto, scoprendo una verità molto diversa.
Perché questo è importante?
Lo è perché conoscere i numeri veri mi aiuta sia a fare “preventivi” sia ad analizzare i risultati.
Ho una mia tabella su cui annoto alcune cose. Tra queste ci sono i giorni in cui mi alleno e quelli in cui mi alimento “correttamente” (ed anche quelli in cui “sbrago”).
Conti alla mano terminerò il 2023 essendomi allenato circa 140 volte.
Convinto di allenarmi mediamente 3 volte alla settimana, pensavo ad un numero un poco superiore. La cosa non è di per sé né un male né un bene. È un dato.
Il punto è rapportare quel dato agli obiettivi chi mi ero posto e di conseguenza poter capire se il numero di allenamenti è congruo o meno al perseguimento dell’obiettivo.
Se lo è bene, se non lo è vorrà dire che nel 2024 se vorrò ottenere un certo obiettivo dovrò dedicare più tempo all’allenamento.
A quel punto occorrerà contestualizzare il tempo dedicato ad allenarmi.
Posso/voglio aumentarlo oppure ho altre situazioni cui voglio dedicare tempo?
Se mi trovo nel secondo caso semplicemente dovrò rivedere gli obiettivi.
Il punto è che se non ho numeri reali mi faccio influenzare dalle percezioni che spesso sono fuorvianti anche in modo notevole.
In definitiva fai attenzione a basare le tue valutazioni su dati reali e non su sensazioni.
