L'empatia è la bacchetta
magica che ti regala poteri
straordinari

Valeria

L'empatia è la bacchetta
magica che ti regala poteri
straordinari

Valeria

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Chi sono

Mamma e moglie per vocazione, Coach e Trainer per passione!

Sono e sarò sempre in primis una mamma, perché i miei figli sono sempre al primo posto nella mia vita e nel mio cuore, ed una moglie e questo fa sentire ancora più vicina a molte persone che incontro.

Sono una Coach, una persona che non riesce a fare a meno di aiutare chi è in difficoltà e che ha fatto di questo “istinto” la passione ed il lavoro della sua vita.

Sono una Trainer che ama creare e trovare le tecniche e le strategie migliori per coinvolgere e far divertire le persone durante i miei corsi, perché non c’è mezzo più efficace per imparare del coinvolgimento e del divertimento.

La mia bacchetta magica? L’Empatia.

Mamma e moglie per vocazione, Coach e Trainer per passione!

 

Sono e sarò sempre in primis una mamma, perché i miei figli sono sempre al primo posto nella mia vita e nel mio cuore, ed una moglie e questo fa sentire ancora più vicina a molte persone che incontro.

 

Sono una Coach, una persona che non riesce a fare a meno di aiutare chi è in difficoltà e che ha fatto di questo “istinto” la passione ed il lavoro della sua vita.

 

Sono una Trainer che ama creare e trovare le tecniche e le strategie migliori per coinvolgere e far divertire le persone durante i miei corsi, perché non c’è mezzo più efficace per imparare del coinvolgimento e del divertimento.

 

La mia bacchetta magica? L’Empatia.

When you start to develop your powers
of empathy and imagination,
the whole world opens up to you ​

Susan Sarandon

La mia storia

Il mio primo ricordo di quando da bambina mi chiedevano che cosa volessi fare da grande era la ballerina, anche se mia cugina Stefania mi dice sempre che da piccola volevo fare “il vigile, perché ha la paletta!”, con grandi risate di tutti.

Ma se ci penso bene in realtà dentro di me ho sempre saputo che da grande avrei voluto fare la mamma.

Guardavo Cenerentola, il mio cartone Disney preferito, e sognavo di essere la principessa e di sposare il mio principe.

Tutto il resto, il lavoro, la carriera era solo di contorno.

Ho studiato all’università, mi sono laureata e ho fatto 2 master, sempre cercando di scoprire quale fosse la mia strada. E la mia strada mi portava sempre lì: avere una famiglia.

Dopo la laurea mi è stata offerta una borsa di studio come ricercatrice nel laboratorio dove avevo svolto la tesi di fisiologia.

Lavorare in un laboratorio chimico o biologico è sempre stato uno dei miei grandi sogni, eppure quando ho dovuto scegliere se accettare, ho rifiutato.

Ma se ci penso bene in realtà dentro di me ho sempre saputo che da grande avrei voluto fare la mamma.

 

Guardavo Cenerentola, il mio cartone Disney preferito, e sognavo di essere la principessa e di sposare il mio principe.

Tutto il resto, il lavoro, la carriera era solo di contorno.

 

Ho studiato all’università, mi sono laureata e ho fatto 2 master, sempre cercando di scoprire quale fosse la mia strada.

E la mia strada mi portava sempre lì: avere una famiglia.

 

Dopo la laurea mi è stata offerta una borsa di studio come ricercatrice nel laboratorio dove avevo svolto la tesi di fisiologia.

Lavorare in un laboratorio chimico o biologico è sempre stato uno dei miei grandi sogni, eppure quando ho dovuto scegliere se accettare, ho rifiutato.

Se avessi accettato avrei fatto un lavoro che adoravo, ma che non mi dava nessuna sicurezza nel futuro. Le mie colleghe più avanti di qualche anno si barcamenavano ancora con borse di studio annuali e con scarse probabilità di poter, un giorno, accedere al ruolo di ricercatore.

 

E io volevo una famiglia e volevo scegliere il classico lavoro “sicuro”, quello dei nostri genitori insomma, quello che, se vuoi, ti porta fino alla pensione, quello che ti garantisce quella stabilità economica che ritenevo indispensabile per poter realizzare il mio sogno più grande.

 

Ho rinunciato al posto in laboratorio e ho scelto di fare un master al Politecnico e lo stage in Telecom, l’azienda “di famiglia”, dove lavoravano entrambi i miei genitori.

 

Sono pentita? No, assolutamente.

Se avessi accettato avrei fatto un lavoro che adoravo, ma che non mi dava nessuna sicurezza nel futuro. Le mie colleghe più avanti di qualche anno si barcamenavano ancora con borse di studio annuali e con scarse probabilità di poter, un giorno, accedere al ruolo di ricercatore.

E io volevo una famiglia e volevo scegliere il classico lavoro “sicuro”, quello dei nostri genitori insomma, quello che, se vuoi, ti porta fino alla pensione, quello che ti garantisce quella stabilità economica che ritenevo indispensabile per poter realizzare il mio sogno più grande.

Ho rinunciato al posto in laboratorio e ho scelto di fare un master al Politecnico e lo stage in Telecom, l’azienda “di famiglia”, dove lavoravano entrambi i miei genitori.

Sono pentita? No, assolutamente.

In Telecom ho passato un periodo bellissimo!

La mia carriera lavorativa è iniziata accanto a colleghi che sono subito diventati amici, con cui ho riso, ho lavorato, ho legato, sono uscita e ho fatto festa, amici che sono ancora immensamente speciali nel mio cuore.

 

Ma, soprattutto, ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito: Renato.

In Telecom ho passato un periodo bellissimo!

La mia carriera lavorativa è iniziata accanto a colleghi che sono subito diventati amici, con cui ho riso, ho lavorato, ho legato, sono uscita e ho fatto festa, amici che sono ancora immensamente speciali nel mio cuore.

Ma, soprattutto, ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito: Renato.

E allora come sei diventata una coach?

Per caso o, come piace pensare a me, perché l’Universo si è allineato.

Io e Renato abbiamo avuto 2 figli, Sergio e Diana. Quando erano ancora piccoli non avevamo grandi problemi a parlare con loro e a farci capire, ma con il passare degli anni ho iniziato a percepire che probabilmente stavo sbagliando qualcosa, visto che quando volevo dire “bianco” capivano “nero” e viceversa.

Ho provato tante strade, senza grandi risultati, fino a quando ho deciso di iscrivermi al mio primo corso di PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e lì mi si è aperto un mondo.

Una sera, dopo il corso, mi sono fermata a sentire la presentazione del Master In Coaching, il percorso proposto a chi desidera intraprendere l’attività di coach e a chi, semplicemente, vuole diventare il miglior coach di sé stesso e della propria famiglia.

Durante la serata Livio Sgarbi ha risposto ad una delle domande che gli vengono poste più frequentemente rispetto alla figura del coach: “Quali caratteristiche ha un buon coach?

E allora come sei diventata una coach?

Per caso o, come piace pensare a me, perché l’Universo si è allineato.

 

Io e Renato abbiamo avuto 2 figli, Sergio e Diana. Quando erano ancora piccoli non avevamo grandi problemi a parlare con loro e a farci capire, ma con il passare degli anni ho iniziato a percepire che probabilmente stavo sbagliando qualcosa, visto che quando volevo dire “bianco” capivano “nero” e viceversa.

 

Ho provato tante strade, senza grandi risultati, fino a quando ho deciso di iscrivermi al mio primo corso di PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e lì mi si è aperto un mondo.

 

Una sera, dopo il corso, mi sono fermata a sentire la presentazione del Master In Coaching, il percorso proposto a chi desidera intraprendere l’attività di coach e a chi, semplicemente, vuole diventare il miglior coach di sé stesso e della propria famiglia.

 

Durante la serata Livio Sgarbi ha risposto ad una delle domande che gli vengono poste più frequentemente rispetto alla figura del coach: “Quali caratteristiche ha un buon coach?

Chiunque può diventare un buon coach, basta studiare e mettere in pratica quanto appreso. Ma essere un coach eccezionale è una questione di talento. Possiedi quel talento se le persone quando hanno un problema o hanno bisogno di parlare cercano te.

 

Un coach eccezionale è un coach dotato di grande empatia: la capacità di cogliere le emozioni che prova l’altra persona, di immedesimarsi e di creare quel ponte comunicativo che apre le porte ed abbatte i muri difensivi.

 

Ecco la risposta.

 

In quel momento ho capito che stava descrivendo me, non perché io sia una coach eccezionale, ma perché da quando ero ragazzina sono sempre stata cercata dagli amici per avere un consiglio, per trovare soluzioni ai loro problemi.

Chiunque può diventare un buon coach, basta studiare e mettere in pratica quanto appreso. Ma essere un coach eccezionale è una questione di talento. Possiedi quel talento se le persone quando hanno un problema o hanno bisogno di parlare cercano te.

Un coach eccezionale è un coach dotato di grande empatia: la capacità di cogliere le emozioni che prova l’altra persona, di immedesimarsi e di creare quel ponte comunicativo che apre le porte ed abbatte i muri difensivi.

Ecco la risposta.

In quel momento ho capito che stava descrivendo me, non perché io sia una coach eccezionale, ma perché da quando ero ragazzina sono sempre stata cercata dagli amici per avere un consiglio, per trovare soluzioni ai loro problemi.

E mi sono resa conto anche di un qualcosa che è sempre stato presente in me, ma a cui non avevo mai prestato attenzione: il mio istinto e, soprattutto, il mio forte desiderio di aiutare chiunque sia in difficoltà, dall’amico al conoscente, dal senzatetto al gattino randagio, dal diverso a chi viene isolato o bullizzato … il mio essere coach nell’anima.

 

In quel momento ho capito che il Signore, l’Universo o il caso mi ha donato un talento ed una passione che dovevo mettere a disposizione degli altri, che volevo mettere a disposizione degli altri.

 

E sono diventata una Coach.

Una life coach, una coach che aiuta le persone a raggiungere ciò che desiderano nella loro vita.

 

Mi sono anche specializzata in sviluppo dell’empatia, la risorsa meravigliosa con cui tutti nasciamo e che può essere potenziata o inibita a seconda del tipo di educazione che riceviamo e dell’ambiente che frequentiamo.

 

Continuando a studiare, a formarmi e a dedicarmi alla mia crescita personale ho scoperto quante più persone è possibile aiutare tenendo corsi sia dal vivo sia online e ho deciso di fare anche questo passo: mi sono iscritta al Master In Training ed ho iniziato ad aiutare le persone anche dal palco (o dal video).

 

Essere trainer è un’emozione unica, che mi ripaga ogni volta di tutti gli sforzi fatti e mi fa essere grata delle scelte che ho fatto e che mi hanno portato oggi fino a qua … ma la mia vita è solo all’inizio.

 

Chissà quante altre cose riuscirò a fare e a realizzare nei prossimi 50 anni …

Ho solo iniziato a realizzare i miei sogni, ed ogni giorno ne “partorisco” di nuovi e meravigliosi che non vedo l’ora che vedano la luce!

E mi sono resa conto anche di un qualcosa che è sempre stato presente in me, ma a cui non avevo mai prestato attenzione: il mio istinto e, soprattutto, il mio forte desiderio di aiutare chiunque sia in difficoltà, dall’amico al conoscente, dal senzatetto al gattino randagio, dal diverso a chi viene isolato o bullizzato … il mio essere coach nell’anima.

In quel momento ho capito che il Signore, l’Universo o il caso mi ha donato un talento ed una passione che dovevo mettere a disposizione degli altri, che volevo mettere a disposizione degli altri.

E sono diventata una Coach.

Una life coach, una coach che aiuta le persone a raggiungere ciò che desiderano nella loro vita.

Mi sono anche specializzata in sviluppo dell’empatia, la risorsa meravigliosa con cui tutti nasciamo e che può essere potenziata o inibita a seconda del tipo di educazione che riceviamo e dell’ambiente che frequentiamo.

Continuando a studiare, a formarmi e a dedicarmi alla mia crescita personale ho scoperto quante più persone è possibile aiutare tenendo corsi sia dal vivo sia online e ho deciso di fare anche questo passo: mi sono iscritta al Master In Training ed ho iniziato ad aiutare le persone anche dal palco (o dal video). Essere trainer è un’emozione unica, che mi ripaga ogni volta di tutti gli sforzi fatti e mi fa essere grata delle scelte che ho fatto e che mi hanno portato oggi fino a qua … ma la mia vita è solo all’inizio.

Chissà quante altre cose riuscirò a fare e a realizzare nei prossimi 50 anni …

Ho solo iniziato a realizzare i miei sogni, ed ogni giorno ne “partorisco” di nuovi e meravigliosi che non vedo l’ora che vedano la luce!

Osa vivere la vita che hai sognato.
Vai avanti e realizza i tuoi sogni

Ralph W. Emerson

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